Josko Gravner è stato maestro ed ispiratore per un'intera generazione di produttori di vini naturali italiani. Tutto il suo approccio ruota intorno all'interazione tra gli elementi fondamentali: la vite, la luna, l'uomo. Josko è un ricercatore, un carattere deciso e tagliente. Alla fine degli anni '80 comprende che la viticoltura tradizionale sta sbagliando strada e decide di cercarne una nuova.Viaggia, visita la Georgia dove il vino nasce 5.000 anni fa. Sperimenta le anfore del Caucaso e le macerazioni nella terracotta per "puntare alla sorgente" come ama dire in una sua metafora in cui spiega che il ritorno alla storia è l'unica via verso la qualità. Riduce gli interventi in vigna, le rese sono bassissime e investe nell'elemento "tempo" in cantina. Nel '97 effettua la prima vendemmia nelle anfore interrate. Dal 2001 tutti i vini di casa Gravner sono vinificati in anfora.Le uve sono parzialmente diraspate, perchè il raspo, solo quando è secco, garantisce una maggiore ossigenazione mantenendo una certa distanza tra gli acini. Le fermentazioni sono spontanee con lieviti indigeni perchè, come dice Gravner "l'uso di lieviti selezionati è assimilabile ad una inseminazione artificiale". I vini rimangono in anfora sulle bucce per lungo tempo, senza controllo della temperatura e le follature sono effettuate a mano. Dopo 9 mesi vengono travasati in botti di legno grandi dove rimarranno per altri 4 anni ed infine messi in bottiglia per attendere il settimo anno. 7 è un numero carico di significati nel misticismo di Josko, "è il tempo che impiega il corpo umano a rigenerare tutte le cellule".